Il mocio diventa il tuo personal trainer per restare in forma pulendo casa

Chi l’ha detto che pulire casa è solo una scocciatura? Alcune faccende, se fatte con un minimo di consapevolezza, possono diventare un buon modo per muoversi, sudare un po’, liberare la testa e tenersi in forma. Niente miracoli. Chiaro. Ma meglio che passare la giornata spalmati sul divano a rimuginare i pensieri o mangiare biscotti.

Pulizia domestica e ginnastica

Quando si spazza il pavimento, non si sta solo eliminando la polvere. Se ci si piega tenendo la schiena dritta e le ginocchia leggermente flesse, si fa un lavoro simile agli squat. E quegli squat, col tempo, fanno la differenza. Glutei più tonici, gambe più stabili anche un po’ di equilibrio in più, che non guasta.

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Con l’aspirapolvere succede qualcosa di simile. Se si spinge e si tira usando entrambe le braccia, cercando un movimento controllato e continuo, si allenano i muscoli delle spalle e delle braccia. Basta fare una ventina di ripetizioni per iniziare a sentire un leggero calore. Sembra poco, ma è più di niente. E intanto si pulisce.

Anche stirare, l’attività spesso temuta e rimandata, può diventare un momento di allenamento. Contrarre gli addominali mentre si stira aiuta a proteggere la schiena e tenere attivi i muscoli. Se poi si ascolta un po’ di musica e si cambia mano ogni tanto, il gesto diventa quasi ritmico. Insomma, meno noia, meno crampi, più allenamento.

Pulizie che aiutano a mantenersi in forma

Lavare i piatti, magari dopo una cena abbondante, non è la prima cosa che si ha voglia di fare. Però quel movimento circolare, quell’alzarsi sulle punte per prendere i bicchieri o chinarsi per sistemare le ventole, attiva gambe e schiena. Alla lunga, anche gesti così ripetitivi possono lasciare un segno sul fisico e sull’umore.

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Le finestre, invece, sono una palestra inaspettata. Quando le si pulisce, ci si allunga, si sollevano le braccia, si attivano i dorsali. Se si fa attenzione, ci si accorge di quanto lavoro faccia la parte alta del corpo. E se si sale in punta di piedi per raggiungere i punti più alti, entrano in gioco anche i polpacci e caviglie.

C’è poi tutto un discorso sullo spazio in cui si vive. La casa non è solo un insieme di muri, e anche un riflesso, più o meno fedele, di come ci sentiamo. Un ambiente caotico, in soqquadro, può trasmettere una sensazione di confusione continua. Sistemare, al contrario, da un’impressione di ordine interno, di margine recuperato.

Non solo questione di pulizia

Molti antropologi fanno notare come prendersi cura della casa sia un gesto simile al prendersi cura di se stessi, le due cose si sovrappongono. Curare lo spazio è un modo, anche implicito, per dire che si esiste, che si sta provando a stare meglio. E non è un’idea astratta, ha effetti concreti sulla nostra quotidianità.

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Quando si parla di pulizia e ordine, è facile cadere stereotipi. Ma non è detto che una casa disordinata corrisponda a una mente in rovina. Talvolta il caos è creativo, altre volte è solo stanchezza. Bisogna distinguere. Allo stesso modo, un eccessiva fissazione per la pulizia può nascondere in sicurezza o ansie difficili da gestire.

Le persone con cui viviamo influenzano molto l’energia della casa. Un ambiente condiviso dovrebbe essere un luogo sereno, non un campo di battaglia. Urlare, criticare di continuo essere ostili, crea tensioni che si accumulano. E quando l’aria si fa pesante, e difficile trovare calma. Il rispetto, almeno quello basilare, dovrebbe essere una costante.

Come vivere gli spazi domestici

Non ci sono poi atteggiamenti che sembrano innocue logorano. Il sarcasmo pungente, i drammi quotidiani inutili, in continuo lamento. Tutto questo trasforma anche una casa bella in un posto faticoso da abitare. Bisognerebbe provare, per quanto possibile, a parlare chiaro. Di dire le cose senza fare ramanzine, ma nemmeno lasciando correre ogni volta.

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In primavera, poi, c’è come un’energia diversa. Aprire le finestre, cambiare l’armadio, buttare oggetti inutili: sono gesti che alleggeriscono. Non solo fisicamente, anche mentalmente. Pulire non è più solo igiene, ma anche una forma di rinnovamento. Un piccolo reset, una specie di maggese domestico, che permette di ripartire più leggeri e presenti.

Chi vuole può anche ispirarsi al feng shui o ad altri metodi simili. Non per forza in modo rigido, ma cogliendone qualche spunto. Eliminare il superfluo, sistemare le stanze in base a luce funzione, scegliere i colori più adatti. Sono piccoli gesti, ma aiutano. A volte basta togliere un mobile per far fluire meglio l’aria, e allenarsi!

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